21 Dic 2020

Conferenza Malagiustizia

L’amara sentenza che l’Azzeccagarbugli rivolge a Renzo, nel capitolo III dei Promessi Sposi, – A saper maneggiare le gride, nessuno è reo, e nessuno è innocente – offre a ogni lettura l’occasione per profondi spunti di riflessione sul delicato tema della giustizia, che anche noi docenti di lingua e letteratura italiana, insieme ai nostri studenti, non abbiamo esitato a cogliere. Così, le esigenze della didattica a distanza sono divenute una preziosa opportunità di offrire ai ragazzi delle classi prime una lezione trasversale di educazione civica sul tema della “malagiustizia in Italia”. Questo argomento, delicato e al contempo di grande interesse, è stato oggetto della videoconferenza tenuta nella giornata del 14 dicembre dalla dott.ssa Giuliana Chiovaro, avvocato abilitato alla professione, consulente esterno di Edicom Web srt presso il tribunale di Brescia.

Dopo una premessa terminologica sul concetto di giustizia nel mondo greco-romano e una riflessione sul diritto positivo e naturale, la dott.ssa Chiovaro ha esposto i significati del termine “malagiustizia” in Italia e ne ha spiegato le cause principali: queste si possono individuare nella lunghezza dei procedimenti, nei cosiddetti “processi mediatici”, e nell’errore giudiziario, contrapposto all’errore “fisiologico” (o umano). La relatrice ha poi affrontato e commentato ciascuno di questi aspetti nella sua specificità, mettendolo in relazione con l’iter processuale italiano. In tal modo, i ragazzi hanno potuto comprendere meglio i meccanismi che regolano i differenti gradi di giudizio nel nostro ordinamento. 

Le riflessioni emerse nella prima parte – di carattere più tecnico – sono state poi contestualizzate nella seconda parte della conferenza. Essa verteva sulla presentazione del celebre caso di Giuseppe Gulotta e ha avviato una discussione sulle implicazioni del problema della malagiustizia dal punto di vista della morale e della dignità umana. Ne sono state osservate due cause fondamentali: la mancanza di professionalità ed empatia di alcuni addetti ai lavori, una generale ignoranza da parte dei cittadini di regole, leggi e tempi processuali, che ne impedisce l’assunzione di scelte consapevoli. Infatti, a partire da un’adeguata conoscenza e una consapevole presa di coscienza dei meccanismi giudiziari – ciò è stato il filo conduttore e lo spirito della conferenza – è possibile porre le basi per un rimedio al problema della “malagiustizia”: questo è il primo passo, alla portata di tutti noi, verso la garanzia e la salvaguardia della dignità di chi chiede giustizia.  

Prof. Andrea Mele
Prof.ssa Simona Chiovaro
Prof.ssa Marta Lumini