09 Dic 2020

La scuola è meglio

L’Italia è a tre colori. Nessuno dei quali è rasserenante, anzi. Una nuova e strana bandiera tricolore descrive più delle parole la preoccupazione di questi tempi.
Tempi duri, in cui tante porte si chiudono e la strade si svuotano.
Ma anche in questi tempi duri, in cui gli sguardi, sopra la linea delle mascherine, sono spesso preoccupati e sospettosi, ci sono dei luoghi che promettono ristoro e custodia. Non i centri commerciali, non le sale dei ristoranti. E nemmeno le piste da sci, che pure ci mancheranno, o gli affollati familiari tavoli della vigilia. Non solo, perlomeno.

Quando, non era ancora primavera, siamo usciti, zaino in spalla, dal portone della scuola, col sorriso inconsapevole per una vacanza inaspettata, non sapevamo quanto ci sarebbe mancata la scuola. 

Sono quasi sempre gli adulti, superficiali e smemorati, a pensare che i piccoli siano contenti l’ultimo giorno di scuola. Sono contenti, se mai, il primo giorno di vacanza, anche il secondo, magari il terzo. Ma presto cominciano a rimpiangere l’aula, la campanella, il saluto degli amici, la maestra che spiega, che insegna, che corregge.

“Lucio che aveva 36 mucche nella stalla disse: – La scuola sarà sempre meglio della merda. Questa frase va scolpita sulla porta delle vostre scuole. Milioni di ragazzi contadini son pronti a sottoscriverla. Che i ragazzi odiano la scuola e amano il gioco lo dite voi. Noi contadini non ci avete interrogati. (…) Tutta la vostra cultura è costruita così. Come se il mondo foste voi.”

(Lorenzo Milani, Lettera ad una professoressa)

Quasi nessuno di noi è contadino, ma tutti sappiamo che coltivare noi stessi, i nostri piccoli, i nostri giovani, è il mestiere più bello e affascinante si possa desiderare. Non toglietecelo. Fate di tutto per non ridurlo a una didattica a distanza, ma lasciate che sia affidato a una presenza.
Ne va della vita, del futuro. 

Lo sapeva bene Malik, che nei pantaloni aveva cucito la propria pagella.

Articolo: La pagella cucita nella giacca

Quei voti erano il suo orgoglio e la sua benedizione. Il lasciapassare per una vita che immaginava piena di cose tutte belle e buone. Non solo per lui.

Giada, Giulia, Laura e Laura, della seconda F di una scuola di Palermo, sono rimaste molto colpite da “quel piccolo foglio di carta che portavi con te, con su scritto all’apparenza dei semplici voti, ma che in realtà rappresentavano i tuoi sforzi, le tue buone intenzioni, le tue capacità, il tuo futuro”. E così, colpiti, tutti noi.

Articolo: Lettera al ragazzo con la pagella cucita nella giacca

Oltre tutto pochi luoghi come la scuola si stanno rivelando garantiti dalla presenza di adulti in grado di motivare e mettere in pratica le migliori attenzioni per la sicurezza di tutti. Ormai è un’evidenza.

Articolo: “La scuola resta il luogo più sicuro per i ragazzi”

Articolo: “La scuola è sicura. Basta menzogne Fare tutto per lasciarla aperta”

Dopo un’estate da “liberi tutti”, dopo le discoteche chiuse solo una volta passato ferragosto, tutti paventavano un settembre tragico. “Vedrete con la riapertura delle scuole!”

Molte cose, è vero, non sono state fatte. Tanto poteva essere deciso e organizzato meglio, ma insegnanti, personale e alunni sono qui, presenti, attenti, desiderosi non tanto della normalità, del tutto-come-prima.

Perché a scuola niente è come prima: ogni giorno è nuovo. Con nuove scoperte e nuove fatiche, nuovi progetti e nuovi rischi.
Un’avventura, insomma.
Lasciatecela vivere.
Viviamola.

E a questo proposito, riprendendo uno slogan che ci è caro e ci descrive, cioè “Viva la scuola, quando la scuola è viva!”, vediamo, in questa strana atmosfera che accosta le mascherine agli addobbi natalizi, alcuni segnali della vitalità della nostra scuola.