MDN - fine anno scolastico 21-22
21 Giu 2022

Fine dell’anno

Eccoci qua, al termine di un altro anno scolastico.

Ci sono alcuni momenti rituali che, anche dopo anni di consuetudine, non finiscono mai di stupirci: il conto alla rovescia (mai preciso) per scandire l’ultima campanella, le grida e le corse liberatorie verso la vacanza, le lacrime di addio di quelli a fine corso…

Eccoci qua. Sempre noi, studenti e insegnanti, e mai uguali.

Con qualcosa in più: conoscenze, esperienze, ricordi. 

Legami, soprattutto.

Un anno di lavoro (soprattutto uno di questi anni, così travagliati) può essere archiviato come una maledizione o custodito come una promessa. Perché al lavoro ci si deve andare, non c’è scampo. Però si può cantare o sbuffare.

 

“Un tempo un cantiere era un luogo della terra dove gli uomini erano felici. Oggi un cantiere è un luogo della terra dove gli uomini recriminano, si odiano, si battono; si uccidono. Ai miei tempi tutti cantavano (me escluso, ma io ero già indegno di appartenere a quel tempo). Nella maggior parte dei luoghi di lavoro si cantava; oggi vi si sbuffa.” 

(Charles Péguy, Il denaro)

 

Mai come quest’anno la nostra scuola si è riempita di canti. Qualcuno, forse, avrà pure sbuffato, ma il suo malumore si è perso nell’armonia di mille voci allegre e operose.

 

Ora la vacanza, il riposo.

 

“Riposati; un campo che ha riposato dà un raccolto abbondante” raccomanda Ovidio. 

C’è sempre la vita (ché, quella, non si concede pause) là in fondo, anzi già dentro il primo giorno senza campanella.

Di più: non c’è davvero riposo se mettiamo in stand-by cervello e, soprattutto, cuore.

 

“Non c’è riposo

senza amore,

non c’è sonno

senza sogni

d’amore.”

(Allen Ginsberg, Canzone)

 

Un riposo così è quello che ci auguriamo, pieno di sogni d’amore.

E poi, dopo, ma senza troppa fretta, ci ritroveremo qui, in questo luogo che, come tutti quelli fatti da uomini e donne liberi e vivi, non chiude mai veramente.

 

“Ho sempre inteso il riposo come un distogliersi dagli impegni quotidiani, mai come giorni di ozio. Riposo significa riprendersi: rigenerare le forze, gli ideali, i progetti… In poche parole: cambiare occupazione, per ritornare poi – con nuovo brio – al lavoro consueto.”

(San Josemaria Escrivà De Balaguer)

 

Buona estate!