
Ombre e Luce
Una preoccupazione (piccola, per caritร ) che in questo periodo dellโanno infastidisce parecchi, che debbano scrivere una newsletter o un biglietto dโauguri, รจ: โChe posso trovare di nuovo? Che frase, che augurioโฆโ
In fondo il Natale รจ sempre uguale e il libro delle citazioni รจ stato giร abbondantemente saccheggiato.
Per non parlare dei regali, degli addobbi, dei menรน.
Insomma il Natale sta lรฌ da un paio di millenni, replicando se stesso. E noi ancora una volta ad arrabattarci per trovare la novitร .
Ma รจ proprio questa superficiale ricerca della novitร la cosa piรน vecchia e polverosa. Questa voglia di scovare una sfumatura originale, un dettaglio bizzarro, a essere ripetitiva.
Sarebbe come non riconoscere la sorpresa di ogni alba che si rinnova, con una luce mai identica alla precedente.
Sarebbe come non stupirsi della stagione che ritorna, con venti diversi e diversa pioggia.
Sarebbe come non meravigliarsi del prodigio di quella bimba o quel bimbo che oggi aprirร gli occhi sul mondo.
O di quellโanziano che scopre che anche per lui un nuovo anno sarร un anno nuovo.
Ecco, il Natale, tra le altre cose forse piรน importanti, sta lรฌ a rendere evidente che spesso la novitร va scovata sotto la quotidianitร , che il prodigio puรฒ sorprenderci dentro il consueto, che lo splendore puรฒ celarsi nellโombra. Magari unโombra accesa.
Dallโimmagine tesa
vigilo lโistante
con imminenza di attesa โ
e non aspetto nessuno:nellโombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono โ
e non aspetto nessuno:fra quattro mura
stupefatte di spazio
piรน che un deserto
non aspetto nessuno:ma deve venire;
(Clemente Rebora)
verrร , se resisto,
a sbocciare non visto,
verrร dโimprovviso,
quando meno lโavverto:
verrร quasi perdono
di quanto fa morire,
verrร a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrร come ristoro
delle mie e sue pene,
verrร , forse giร viene
il suo bisbiglio.
Un polline di suono, uno sbocciare non visto, un bisbiglio.
Appunto.
Nasce Gesรน. Buon Natale.