L’Orchestra in concerto
Domenica, alle ore 18.30, si è tenuto il concerto della nostra orchestra. Si è trattata della nostra prima esperienza fuori sede. Si, abbiamo fatto concorsi e abbiamo suonato per le vie di Iseo, ma un concerto, un vero e proprio concerto, di quelli con le sedie rosse tutte allineate e il pubblico in ghingheri… questa è tutta un’altra storia. Nel cuore pulsante di Brescia, in uno dei palazzi storici più eleganti della città : Palazzo Martinengo, sede di una splendida galleria d’arte e della mostra dedicata a Bergamo-Brescia, capitali della cultura 2023 (https://amicimartinengo.it/?page_id=3010). E che dire del repertorio: abbiamo deciso di creare un concerto in onore delle due grandi città un programma inedito, realizzato tutto in pochi mesi, spaziando dal celebre Luca Marenzio, uno dei madrigalisti più acclamati nel rinascimento, nato a Coccaglio, fino ai freschissimi Pinguini Tattici Nucleari, bergamaschi. E in mezzo c’è stato tutto il resto: Donizetti e Mr. Rain, Blanco e Simon Mayr, a sottolineare come queste due città siano i cuori pulsanti di una grande vena artistica inesauribile. Il concerto è iniziato sotto il cielo azzurro e luminoso, nella corte interna del palazzo che ci ha fatto da naturale cassa armonica. Dalle prime note abbiamo subito sentito l’emozione crescere e farsi strada dentro di noi. Ci siamo anche cimentati in un’Ouverture operistica, piena di virtuosismi e di tecnica. Tra il suono dei timpani e quello dell’oboe, tra la delicatezza dell’arpa e le vibrazioni forti di una chitarra elettrica, abbiamo sentito il tempo fermarsi e farci rivivere un pezzettino di storia, della nostra storia, fatta di emozioni, di amore, di ferite e di resilienza. Il pubblico è stato il conforto e l’appagamento del nostro duro lavoro, del risultato della nostra passione che richiede tanto impegno e tanta disciplina. Ecco per chi suoniamo! Per il nostro pubblico e per quell’attimo di eternità . Allora, aveva proprio ragione Nemorino nella sua Una furtiva lagrima:”…* si può morir, si può morir, d’amor*.”