Noi siamo il diluvio, noi siamo l’arca
Abbiamo il dovere morale di ribellarci a questo genocidio programmato.
ร una delle frasi che si trovano nel programma di Ultima Generazione, il movimento ecologista che fa spesso parlare di sรฉ per i blocchi stradali e lโimbrattamento di opere dโarte. Lโapocalitticitร (si dirร cosรฌ?) di questa e altre dichiarazioni (tipo โdobbiamo ribellarci allโestinzioneโ), del nome stesso di questo movimento, dovrebbe essere lo stimolo, la carica per un impegno personale e collettivo per difendere il nostro pianeta.
Canta il rapper italiano Marracash nella canzone dal titolo, non a caso, Greta Thunberg:
Ce la posso fare, posso fare meglio di mio padre
Io ce la posso fare, cambiare, la mia razza si estingue.
Ora, premesso che riteniamo che il semplice, addirittura banale, gesto di raccogliere da terra una bottiglia di plastica e buttarla nel contenitore giusto sia, sostanzialmente ed educativamente, altrettanto importante delle impegnative decisioni di governi e ministeri sulle energie alternative, ci pare di leggere sotto questi generosi slanci ideali una pretesa non meno pericolosa dellโeffetto serra. ร la pretesa di individuare nellโuomo la causa e, conseguentemente, la soluzione del destino del pianeta e del genere umano.
Insomma, tutto dipende da noi: il guaio e il rimedio. Tutto nelle nostre mani.
Nessuno se non noi distruggerร la terra
Jonathan Safran Foer, Possiamo salvare il mondo, prima di cena
e nessuno se non noi la salverร …
Noi siamo il diluvio, noi siamo l’arca.
La responsabilitร personale esiste, eccome. Ed esiste una sorta di responsabilitร allargata, diffusa. Generazionale, potremmo dire. Ma non si gioca tutto lรฌ.
Cโรจ un approccio diverso, forse, in cui quella responsabilitร deve coniugarsi con la coscienza del limite di ciรฒ che possiamo fare, in cui le stupefacenti forza e creativitร umane si scontrano con lโimmensitร del cosmo e delle sue energie.
Noi, a scuola, probabilmente siamo sul confine, lร dove quellโapproccio puรฒ trovare sintesi e concretezza.
Noi, a scuola, umilmente e quotidianamente, potremmo essere
coloro che non abbandonano lโuomo a sรฉ stesso, nรฉ lo lasciano preda del suo disorientamento e dei suoi errori, ma con veritร e misericordia lo riportano a ritrovare il suo volto autentico nel bene.
Papa Francesco
Abbiamo appena iniziato un nuovo anno scolastico. ร giร tempo di programmare e progettare e verificare e valutare. Ma come introduzione a tutto il nostro lavoro, vorremmo mettere ciรฒ che rispose Italo Calvino a un intervistatore che gli chiedeva di suggerire “tre chiavi, tre talismani per gli anni 2000”:
Imparare delle poesie a memoria, molte poesie a memoria. Da bambini, da giovani, anche da vecchi. Perchรฉ quelle fanno compagnia. Uno se le ripete mentalmente. E poi lo sviluppo della memoria รจ molto importante. Anche fare dei calcoli a mano, delle divisioni, delle estrazioni di radici quadrate… cose molto complicate. Combattere l’astrattezza del linguaggio che ci viene imposto con delle cose molto precise. E sapere che tutto quello che abbiamo ci puรฒ essere tolto da un momento all’altro.
Buon lavoro a tutti.