Occhi aperti
C’è elettricità nell’aria. Energia. Agitazione.
Si devono finire le ultime cose, dettare le consegne, raccogliere il materiale da portare a casa.
Tutto con una certa allegria. Qualche preoccupazione, anche. Soprattutto per chi ha gli esami fra qualche giorno. O per chi non è certo che tutti i voti saranno quelli desiderati.
Insomma c’è aria di fine scuola.
E, come si diceva, c’è elettricità nell’aria. Perfino un po’ di fretta, ché sembra che le ultime campanelle suonino con riluttanza. Almeno così pare a molti alunni. E perfino a parecchi insegnanti.
Perciò non facciamola troppo lunga. Diciamoci che è finito un altro anno e, senza troppe parole, auguriamoci una bella estate.
Lo facciamo così, a modo nostro, con qualche verso, poche parole e una canzone.
“Natura” è tutto ciò che noi vediamo –
Il colle – il Pomeriggio –
Scoiattolo – Eclisse – Calabrone –
No – Natura è il Paradiso –
Natura è tutto ciò che noi udiamo –
Il Bobolink – Il mare –
Tuono – il Grillo.
No – Natura è Armonia –
Natura è tutto quello che conosciamo –
Senza avere la capacità di dirlo –
Così impotente è la Nostra Sapienza
Al confronto della sua Semplicità.
(Emily Dickinson, Natura è ciò che vediamo)
Ecco, nei prossimi giorni guardiamoci attorno, scopriamo quello che vediamo (e che non vediamo). Rendiamoci conto, con umiltà, che la “Nostra Sapienza” è impotente “al confronto della sua Semplicità”.
Guardiamoci attorno, perché a volte il cielo e la terra ci possono sorprendere, mostrandosi come sono solo per un istante, come una casa bianca bianca.
“E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera”.
(Giovanni Pascoli, Il lampo)
Magari la traccia luminosa di quel lampo, impressa per un attimo sui nostri occhi, ci consentirà di riflettere “sul mistero della chiamata dal nulla di tutta la realtà creata, ammirando insieme l’onnipotenza di Dio e la sorpresa gioiosa di un mondo contingente che esiste in forza di tale onnipotenza” (Giovanni Paolo II).
Occhi aperti, dunque. E orecchie ad ascoltare. E mani a toccare. E piedi a percorrere.
Ché il mistero della vita può essere dietro a ogni angolo, nascosto in un cespuglio o in un’onda spumosa, criptato nel canto di un uccello o sussurrato nelle parole di un incontro.
Buone vacanze.