
Speranza di Pace
โIniziare lโanno con un gesto che invoca la Pace!โ
Questo il profondo desiderio della fiaccolata di sabato 27 settembre. Abbiamo acceso una fiamma che si leva contro ogni guerra, violenza e sopruso, soprattutto se perpetrati contro gli inermi, i civili, i piรน deboli. Negli occhi e nel cuore abbiamo i bambini ed i ragazzi di Gaza, che non hanno potuto iniziare la scuola, e tutte le vittime delle altre decine di conflitti, che insanguinano il mondo in questo momento.
Vogliamo opporre resistenza ad una logica, che, per interessi geopolitici ed economici, travolge persone, famiglie, popoli.
Abbiamo bisogno di Pace! Divenire operatori di pace significa vivere dentro i propri contesti come germi di incontro, condivisione, ascolto, accettando la fatica ed accogliendo la sfida del confronto.
Pace e Speranza sono sorelle.
La Pace รจ per chi spera, per chi, nonostante tutti segnali che urlano il contrario, non si arrende, ma alza un canto โdisarmato e disarmanteโ, una melodia persistente e resistente. In questo anno giubilare dedicato proprio alla Speranza risplendono le parole che il filosofo francese Gabriel Marcel, scrive in Homo viator:
โPenso quasi che la speranza sia per lโanima ciรฒ che la respirazione รจ per lโorganismo vivente. Dove manca la speranza, lโanima si disidrata. Non รจ solo un fatto psicologico, ma una realtร metafisica: lโanima nella sua essenza รจ apertura verso il futuro, e la speranza รจ il suo modo di esistere. Il vero atto di sperare non รจ mai solitario. ร sempre โIo spero in te per noiโ. Questa dimensione relazionale รจ essenziale, perchรฉ se questo โper noiโ si chiude su sรจ stesso invece di aprirsi allโinfinito, la speranza appassisce e perde la sua natura.โ
ร quel che anche Alessandro Manzoni, nelle Osservazioni sulla morale cattolica osserva sulla speranza, sostenendo che essa non puรฒ essere ridotta alla certezza, poichรฉ la speranza implica un margine di incertezza e apertura. Si tratta di una virtรน dinamica, tesa a un Bene reale, ma connessa alla libertร della persona, come a dire che lโelemento incerto รจ parte costituente di essa. La speranza non una fuga consolatoria, ma una forza effettiva di attesa attiva nella vita e nella storia personale e collettiva.
Nella famosa scena finale della conversione dellโInnominato del XXI capitolo dei Promessi Sposi, il protagonista, dopo la notte insonne, sente una campana, apre la finestra e guarda nella valle.
Da lontano scorge, senza avvertirne distintamente i rumori, il muoversi di persone, alcuni soli, altri a coppie, gli uni incontrando gli altri si uniscono a loro, e tutti vanno insieme verso una stessa meta. Avverte unโ allegria per lui immotivata e, con un misto di disappunto e stupore, pensa:
โAndavano insieme, come amici ad un viaggio convenuto…Guardava, guardava; e gli cresceva in cuore una piรน che curiositร di saper cosa mai potesse comunicare un trasporto uguale a tanta gente diversa.โ
Non cโรจ, nella letteratura, una descrizione piรน luminosa di un popolo in cammino, ed, al tempo stesso, lโimmagine di quel misto di stupore ed attesa, che รจ speranza di un giorno nuovo.
Anche il nostro Istituto si รจ messo in cammino nel segno della Speranza e della Pace.
