Ombre e luce - copertina
22 Dic 2022

Ombre e Luce

Una preoccupazione (piccola, per carità) che in questo periodo dell’anno infastidisce parecchi, che debbano scrivere una newsletter o un biglietto d’auguri, è: “Che posso trovare di nuovo? Che frase, che augurio…” 

In fondo il Natale è sempre uguale e il libro delle citazioni è stato già abbondantemente saccheggiato.
Per non parlare dei regali, degli addobbi, dei menù.
Insomma il Natale sta lì da un paio di millenni, replicando se stesso. E noi ancora una volta ad arrabattarci per trovare la novità.

Ma è proprio questa superficiale ricerca della novità la cosa più vecchia e polverosa. Questa voglia di scovare una sfumatura originale, un dettaglio bizzarro, a essere ripetitiva.

Sarebbe come non riconoscere la sorpresa di ogni alba che si rinnova, con una luce mai identica alla precedente.
Sarebbe come non stupirsi della stagione che ritorna, con venti diversi e diversa pioggia.
Sarebbe come non meravigliarsi del prodigio di quella bimba o quel bimbo che oggi aprirà gli occhi sul mondo.
O di quell’anziano che scopre che anche per lui un nuovo anno sarà un anno nuovo.

Ecco, il Natale, tra le altre cose forse più importanti, sta lì a rendere evidente che spesso la novità va scovata sotto la quotidianità, che il prodigio può sorprenderci dentro il consueto, che lo splendore può celarsi nell’ombra. Magari un’ombra accesa.

Dall’immagine tesa
vigilo l’istante
con imminenza di attesa –
e non aspetto nessuno:

nell’ombra accesa
spio il campanello
che impercettibile spande
un polline di suono –
e non aspetto nessuno:

fra quattro mura
stupefatte di spazio
più che un deserto
non aspetto nessuno:

ma deve venire;
verrà, se resisto,
a sbocciare non visto,
verrà d’improvviso,
quando meno l’avverto:
verrà quasi perdono
di quanto fa morire,
verrà a farmi certo
del suo e mio tesoro,
verrà come ristoro
delle mie e sue pene,
verrà, forse già viene
il suo bisbiglio.

(Clemente Rebora)

Un polline di suono, uno sbocciare non visto, un bisbiglio.
Appunto.
Nasce Gesù. Buon Natale.