
LA CAMPANELLA. LE CAMPANE.
La campanella dell’ultimo giorno di scuola, quella che spalanca le porte sulle vacanze, ha davvero un suono speciale. Anche chi, come noi, ne ha sentite parecchie, prima da alunno e poi da insegnante, non riesce ad abituarcisi, a non lasciarsi prendere da un’allegra euforia.
Certo, la prospettiva delle vacanze, del riposo, di un tempo disteso e lieto, contribuisce. Ma forse c’è qualcosa di più: un rito che mette insieme la voglia di partire e la malinconia di ciò che si lascia, che sovrappone il bambino che eri all’uomo e alla donna che stai diventando. Stagioni, età, sogni, timori…
L’estate, con la sua rallentata eccezionalità quotidiana, custodisce una promessa di meditazione su ciò che siamo, su ciò che è il mondo, e il cielo e i temporali e i profumi e i silenzi.
Il mistero che attraversa ogni istante della nostra vita, percorre le calde ore estive con una luminosità più attraente.
Le sere blu d’estate, andrò per i sentieri
graffiato dagli steli, sfiorando l’erba nuova:
ne sentirò freschezza, assorto nel mistero.
Farò che sulla testa scoperta il vento piova.
Io non avrò pensieri, tacendo nel profondo:
ma l’infinito amore l’anima mia avrà colmato,
e me ne andrò lontano, lontano e vagabondo,
guardando la Natura, come un innamorato.
(Sensazione, Arthur Rimbaud)
Vogliamo augurarci un’estate silenziosa e attenta, durante la quale sia più facile accorgerci di noi e di chi ci sta accanto.
Che non sia, però, un silenzio che assopisce.
Tra cicale e risacca, tra sussurri del bosco e brezza rinfrescante, possano giungere a noi, più chiare, le voci di chi, anche durante questa estate, vivrà sulla propria pelle il lato violento e tragico di quel mistero che a noi può apparire solo affascinante e luminoso.
Far between sundown’s finish an’ midnight’s broken toll
We ducked inside the doorway, thunder crashing
As majestic bells of bolts struck shadows in the sounds
Seeming to be the chimes of freedom flashing
Flashing for the warriors whose strength is not to fight
Flashing for the refugees on the unarmed road of flight
An’ for each an’ ev’ry underdog soldier in the night
An’ we gazed upon the chimes of freedom flashing.
(Lontano tra la fine del tramonto e lo scampanìo spezzato di mezzanotte
ci riparammo in un androne mentre il tuono esplodeva con fragore
e mentre maestose campane di lampi colpivano ombre negli abissi
come se fossero lampeggianti campane di libertà
lampeggianti per i guerrieri la cui forza è non combattere
lampeggianti per i rifugiati sull’inerme via della fuga
E per ognuno e per tutti i poveri soldati nella notte
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà.)
(Chimes of freedom, Bob Dylan)
Buona estate, quindi, a tutti noi che siamo, come ogni uomo e ogni donna, dentro “le schiere dei confusi, accusati, maltrattati, disillusi o peggio”. E che le campane della libertà possano prima o poi risuonare “per ogni uomo imprigionato nell’intero universo”.